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L’Artista del Mese di OTTOBRE de IL QUADRO DEL DIRITTO è BRUNO FANTELLI – 12 mesi/ 12 artisti / 36 opere/ 3 sedi espositive – da un’idea di Carlo Chelodi

Mercoledì 4 Ottobre 2017 ad ore 19:00 presso la Casa del Vino di Isera  sarà presentato il terzo appuntamento con l'Artista per il ciclo di incontri con arte e diritto, organizzato dallo Studio legale Chelodi-Bertuol e Associati .

L'Artista del mese di ottobre è BRUNO FANTELLI:  nato nel 1996 a Cles ,  diplomato al Liceo Artistico "A. Vittoria" di Trento, attualmente  frequenta il secondo anno dell'Accademia di Belle Arti di Venezia ed ha già al suo attivo mostre ed esposizioni.  

Per tutto il mese di ottobre le opere di BRUNO FANTELLI resteranno esposte nelle sedi di Trento, Ala e Cles dello Studio legale Chelodi-Bertuol e Associati (visite personalizzate su appuntamento)

(coordinamento artistico e giuridico: avv. Carlo Chelodi; coordinamento progettuale: dr. Sara di Lucia; partner del gusto: Casa del Vino di Isera – per info : 389.9859164 saradilucia@gmail.com  )

Le opere dell'Artista  hanno ispirato una breve riflessione giuridica   a cura dell'Avv. Roberto Bertuol, che qui si riporta:

fant – asìa

Desidero questa sera fare una confidenza … sono affascinato dalle parole!
E Loro forse staranno pensando che non è così strano che un avvocato subisca il fascino delle parole. E davvero ogni verbo, lemma, vocabolo, termine, nome costituisce un piccolo ma inestimabile tesoro, che non si limita a esprimere un suono ed un significato comunicativo, ma ci conduce – se solo lo vogliamo e gliene diamo tempo e modo –  a percorrere la storia affascinante che lo ha creato, formato, trasformato ed inserito nel linguaggio.
Una storia che continua a vivere.
E così disponiamo di parole antichissime, che già hanno sfidato i millenni, ma che ancora godono di fortuna e dimora stabile ad esempio nei nostri tribunali .. come – per dire – l’USUCAPIONE (un bel parolone, con un forte messaggio onomatopeico).
Ma abbiamo anche – e non si direbbe – un gran bisogno di parole nuove, perché magari qualcuno ha inventato un nuovo oggetto ed occorre definirlo oppure, nella realtà o nella fantasia ci imbattiamo in un fenomeno nuovo; od ancora desideriamo assegnare nuovi significati a una parola esistente. Pensiamo alla lingua degli informatici (che ormai lo siamo un po’ tutti). L’esempio che vorrei portare è quello del verbo “SCANSIONARE” (che secondo il vocabolario vuole dire “digitalizzare un documento cartaceo mediante uno scanner”), il quale vanta già alcuni sinonimi interessanti come: “SCANNERIZZARE” o “SCANDIRE” o “SCANSIRE” o persino “SCANNERARE”…  Qual’è la parola giusta? Quasi tutti ormai e quasi ogni giorno acquisiamo immagini o documenti tramite un lettore ottico (cioè uno SCANNER) e quindi tutti possiamo rivendicare il diritto di chiamare questa operazione nel modo che più ci aggrada o che più ci sembra abbia trovato la più ampia e corretta affermazione. Al punto che potremo usare anche un altro sinonimo… SCANNARE (associando scanner + il suffisso – are) a rischio però di trovarci alle prese con l’omonimia di una parola ben diversa, che potrebbe portarci alla deriva di confondere lo scanner dell’ufficio per l’arma di un tagliagole. 
Come si vede sulle parole c’è molto da riflettere, per un avvocato,  anche per trovare un’idea o un’ispirazione per l’arringa che andrà pronunciata il giorno dopo. La parola è per noi vera Musa, fonte di ispirazione, ma anche strumento di lavoro.

 Ma allora cosa c’entra tutto ciò con il “quadro del diritto” di chelodiana invenzione? Cosa c’entra soprattutto con l’artista del giorno, il giovane e talentuoso BRUNO FANTELLI?  C’entra – Signore e Signori miei – con il solito dilemma di questi appuntamenti mensili… dove è il connubio, la liaeson, se davvero esiste, tra il mondo del diritto e quello dell’arte ? Il Vostro Oratore del Giorno modestamente crede di averla scorta non solo grazie all’inveterata passione per le parole, ma anche e proprio  grazie alle suggestioni della pittura di BRUNO FANTELLI. Osservando i suoi dipinti, appare chiaro infatti che egli persegue una strada originale, forse segnata dal fato nel suo cognome.. BRUNO FANT-ELLI, non ha forse profonde radici nella parola FANT-ASIA? 

Non ci descrivono forse i suoi quadri dei paesaggi FANT–ASTICI, liberamente e oniricamente ispirati dalla natura del meraviglioso territorio della sua Val di Sole? Torno quindi a bomba…  : l’interpretazione della realtà richiede di non soffermarsi all’apparenza, ma di penetrarla grazie all’immaginazione ed alla fantaṡìa, termine che l’italiano deriva dal lat.  phantasĭa, che a sua volta la ereditava dal greco  ϕαντασία, der. di ϕαίνω «mostrare» e che per il dizionario è la: “Facoltà della mente umana di creare immagini, di rappresentarsi cose e fatti corrispondenti o no a una realtà.” : trascorrere, riandare con la f.; rivivere nella f.; lasciare libero corso alla f.; i voli della f.; f. ricca, vivace, accesa, sbrigliata, fervida, pronta, ecc.; f. povera, scarsa; molta, poca f.; non hai un po’ di f.; un artista, uno scrittore (anche un racconto e sim.) ricco (o povero) di fantasia.

L’artista con colori e pennelli e l’avvocato penalista con l’eloquenza, condividono fortemente la necessità di attingere alla fantasia, che è pur sempre un aspetto della realtà, e che li aiuta a guardare la realtà, e a mostrarla agli altri, da prospettive diverse da quelle più scontate. Entrambi dunque, l’artista e l’avvocato, rivolgono impegno e fatica per convertire ciò che è semplice “VISTA”, cioè percezione della realtà apparente, in “VISIONE” cioè una rappresentazione che raffigura, grazie alla fantasia, ciò che non è facilmente riconoscibile e che non tutti vedrebbero se non grazie alla mediazione dell’opera artistica o retorica.  Non a caso cito un passaggio di una lettera di Vincent VAN GOGH a suo fratello Thèo : “ Da un anno non faccio che correre appresso alla natura e tuttavia mi lascio ancora andare a dipingere stelle troppo grandi”. Mi pare che anche Bruno – come il grande Van Gogh – non riesca a rinunciare a raffigurare la natura in una chiave visionaria. Ed è su questa, che è poco più di una constatazione di un terreno comune tra Arte e Diritto, che mi accingo a concludere la mia breve “RIFLESSIONE“, che in quanto tale, come insegnava ARISTOTELE è: “la conoscenza che l’intelletto ha di sé” e che, come invece  ritiene KANT è un’operazione logica utile a confrontare le diverse rappresentazioni, per trovare le note COMUNI o DIVERSE. Dal confronto di tali caratteri di comunanza e diversità che oggi, brevemente, ho provato a proporre, mi parrebbe dunque di azzardare che anche il processo possa concepirsi come un’arte, che,  muovendo da empiriche ed immediate impressioni, tenta di far nascere idee munite di forza persuasiva. ARTE E DIRITTO insomma, quando siano davvero accomunate dall’energia creatrice della FANTASIA, potranno dirsi davvero e forse sorprendentemente, molto, ma molto simili.

Roberto Bertuol